
Con il bel tempo, le giornate allungate, la temperatura mite, le passeggiate in montagna sono, per gli appassionati e non solo, un rito. Non è escluso che si possa intravedere tra i cespugli, nascosto un piccolo capriolo, in quanto fra aprile e luglio le femmine partoriscono uno o due cuccioli, dove il mantello maculato li mimetizza perfettamente con l’ambiente. Durante le prime settimane di vita, rimangono immobili, alzandosi solo per succhiare il latte materno, sono completamente inodori per non essere percepiti dai predatori. La madre, infatti, non abbandona i suoi figli ma li nasconde nell’erba mentre si alimenta per poi tornare ad allattarli, non avvicinatevi evitate di toccarli in quanto lasciando l’odore umano sul capriolo, la mamma potrebbe decidere di abbandonarlo per sempre. Se, invece accade di trovare un capriolo ferito perché investito, lui rimane immobile, evitiamo, anche in questo caso di accarezzarlo e di non parlare a voce alta, perché trovandosi in uno stato di stress, ha molta paura. Si consiglia di chiamare il 1515 che provvederà al recupero e portarlo nel più vicino CRAS, Centro di recupero per la fauna selvatica che ha l’obiettivo primario di curare e recuperare gli animali trovati feriti o in difficoltà, per un primo soccorso e successivamente trasferirlo in un centro faunistico per la ripresa totale. Una volta guarito, verrà imbrattato di terra, foglie, perché perda l’odore del contatto umano e sarà rilasciato nello stesso punto dove è stato recuperato affinché possa reintegrarsi in natura, sarà monitorato per un periodo di tempo dagli operatori, affinché si accertino della sua integrazione.
Il cambiamento climatico e le alte temperature, non aiutano gli animali anzi li disorientano, non esistono più le stagioni, spesso succede che nei periodi invernali le temperature sono ancora miti e alcuni animali non vanno in letargo oppure si svegliano presto per andare alla ricerca di cibo, per accoppiarsi, oltre ai caprioli stiamo molto attenti, in particolare sulla strada, all’attraversamento dei ricci. Questi mammiferi che sono insettivori, sono, anche, golosi di frutta e verdura, cosa possiamo fare se troviamo un riccio ferito? Un primo soccorso, bisogna prenderlo delicatamente con dei guanti, riporlo in una scatola con accanto una borsa dell’acqua calda o una coperta per ristabilire la sua temperatura corporea, lasciarlo al buio senza somministrare cibo o farmaci, chiamando in un primo momento il veterinario; in caso di volpe ferita, non toccarla e stare distanti il più possibile per evitare il forte stress. Purtroppo, in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un‘antropizzazione di questo mammifero, si avvicina sempre più ai centri abitati e spesso come si leggono anche nei quotidiani, interi quartieri le adottano, questo non dovrebbe accadere perché spesso poi vengono trovate uccise per la cattiveria umana, sia nella situazione del riccio che della volpe ferita chiamare il 1515 che provvederà al recupero, ricordiamo sempre di riferire la posizione geografica del ritrovamento.
In questi ultimi anni, la protezione della biodiversità è diventata una priorità in quanto deve essere vista come una responsabilità sociale fondamentale, stiamo assistendo ad “cambiamento” radicale dove l’equilibrio tra uomo e natura non è mai stato così fragile.
Maria Cristina Mosciatti

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